Mi sento persa. Smarrita. Confusa.
Come se, d’un tratto, la strada che stavo percorrendo sovrapensiero avesse mutato forma, dimensioni e meta. Dal marciapiede un po sconnesso del centro, si dai, quella via laterale stretta, con la bottega artigianale nascosta in quel portone verde e la vetrina sotto l’arco, a un bosco. Non sto scherzando. Ho strabuzzato gli occhi e pulito le lenti degli occhiali, infilato le mani intirizzite nelle tasche del cappotto, ma niente, il centro è stato sostituito da un bosco. Con alberi, abeti, foglie, terra e tutto il resto. Mi sento Alice o Doroty, incredule come me. Tuttavia io non sono pronta all’avventura. No, non se ne parla! E se il lupo sbuca fuori da dietro qualche cespuglio o roccia? Dove sono i miei amici scoiattoli o topolini ad indicarmi la via?
Chiudo gli occhi. Assaporo il profumo di legno e resina, l’umidità del sottobosco, le melodie degli uccelli, i fruscii della natura. Il respiro pulsante di ciò che mi circonda.
Cosa ci faccio qui? Sola, cone un bimbo sperduto. Col mio cappotto rosso.
“Prendimi per mano”, sussurro.
Ilaria Severino