Riflettevo sul fatto che a 26 anni la vita è ormai incanalata su un binario. Certo, il treno percorre la nostra personale velocità e sceglie quante e quali soste fare: può essere un regionale, un intercity, una freccia…
Le mie amiche o conoscenti, comunque coetanee nate negli anni Ottanta, in questo periodo della vita, si sposano, restano incinta, hanno già uno o due figli oppure dopo una o due lauree, ottengono un contratto a tempo indeterminato, mettono su casa.
Il tempo dei sogni, dei progetti un po folli sembra ormai finito. Ha lasciato il posto al gettare le basi per un futuro più stabile, in cui si cerca di creare una famiglia, una casa, un proprio universo in questo mondo.
E io? A volte sento di aver perso tempo, gettato al vento due interi anni della mia esistenza solo perché stavo male. Riconosco tutti gli sforzi, le lotte, le energie… che mi ci sono voluti per arrivare dove sono ora. Perché ogni giorno mi tocca convivere con il mio dolore.
Tuttavia, adesso mi sembra di dover recuperare tutto insieme ciò che non ho sperimentato prima, coi miei limiti ovvio.
Sono in attesa di sapere se per i prossimi mesi avrò un lavoro, che mi piace ma con cui copro a malapena le spese.
E nel frattempo mi chiedo: quando andrò in contro al mio futuro?
Ilaria